Vi ricordate il Piccolo Principe, che chiede che gli venga disegnata una pecora? Come ve la cavereste se vi chiedesse di disegnargli una bici? “Figurati se non ti so disegnare una bici!” starai pensando, vero?
Gianluca Gimini però ha scoperto che la risposta a questa domanda non è così scontata, e che il risultato non è esattamente quello che ci si aspetterebbe. Ha raccolto tantissimi schizzi e li ha poi trasformati in rendering: “Velocipedia” mostra biciclette incapaci di spostarsi ma molto molto creative!
Ci racconti com’è nata l’idea di questo progetto e come mai hai scelto di far disegnare alle persone proprio una bici?
Tutto è cominciato nel 2009 in maniera assolutamente casuale. Stavo parlando con un mio amico di ricordi scolastici imbarazzanti quando mi sovvenne di questo mio compagno delle medie che era andato nel pallone quando il prof. di tecnica gli aveva chiesto di descrivergli la sua bici. Ricordo ancora il momento in cui, spazientito, il professore gli chiese “ma la catena almeno lo sai se è attaccata alla ruota davanti o a quella dietro?” e lui fece scena muta.
Il mio amico rise dell’aneddoto e disse che chiunque abbia usato una bici almeno una volta dovrebbe essere in grado di disegnarla. Poi cominciò a immaginarsela e capì che non era così semplice, allora volle provare a disegnarne una lì per lì, su un tovagliolo, e fallì miseramente. Provai a sottoporre il “test” del disegnare una bici da uomo ad altre persone nei giorni seguenti e constatai che per molti è una cosa difficile.
- Alessandro Disegno
- Alessandro Rendering
- Lee Disegno
- Lee Rendering
- Leonardo Disegno
- Leonardo Rendering
- Giorgia Disegno
- Giorgia Rendering
Da lì in poi mi misi a raccogliere disegni di bici in modo compulsivo. Non sapevo che quello della bicicletta è un test usato da tantissimi anni dagli psicologi per spiegare come il nostro cervello sia capace di illuderci che padroneggiamo perfettamente un argomento quando invece conosciamo solo le informazioni strettamente necessarie alla nostra sopravvivenza. Addirittura dopo che ho pubblicato il progetto è stata portata alla mia attenzione una pubblicazione scientifica dal titolo Science of Cyclology, pubblicata nel 2006 da Rebecca Lawson che tratta appunto di questo test e analizza i risultati ottenuti con un campione abbastanza vasto di partecipanti.
Quali sono le tue due bici preferite tra le tantissime che hai raccolto?
Ho scoperto che ci sono alcune tipologie che tendono a ricorrere. I 12 schizzi che ho infine selezionato per la renderizzazione rappresentano un discreto campionario di queste tipologie. Adoro le cose completamente illogiche. Vengono fuori spessissimo proponendo questo test e non sono sintomo né di ignoranza né di stupidità, come molti purtroppo amano commentare online. È una sorta di panico che colpisce quando devi finire il disegno e non sai come. Quindi si arriva a bici con la catena attaccata alla ruota anteriore, a bici con il telaio completamente distaccato rispetto alle ruote e forcelle che terminano al copertone anziché proseguire fino al mozzo della ruota. La mia preferita in assoluto però è quella di Rosalba, che ha inventato il parafango integrato al telaio. Quello anteriore non ha nessuna utilità, però lo trovo esteticamente meraviglioso.
La tua raccolta continua? A che quota sei arrivato?
Ci sono altri oggetti su cui ti piacerebbe ripetere l’esperimento?