Napoli di incanto

Un adorabile caos: si può riassumere così la magia di Napoli. La città assale il turista con il suono di clacson strombazzanti e di grida nei vicoli attraversati dai fili con i panni appesi, mentre al naso salgono gli odori di fritti, pizza e caffè. Ma basta poco per essere presi da un panorama che non a caso ha ispirato pittori, cantanti, poeti: un golfo blu con, sullo sfondo, la sagoma imponente del Vesuvio e quelle più leggere di Capri e Ischia. Così come per essere rapiti dalla bellezza della città, che mette in mostra memorabilia greche, romane, medioevali, barocche. Sopra e sotto il suolo.

Da non perdere a Napoli

Scoprire il centro storico

Il cuore di Napoli batte nel centro storico grecoromano, Patrimonio UNESCO, con la pianta a scacchiera ancora divisa da cardini e decumani. Una passeggiata lungo il Decumano Inferiore, la famosa Spaccanapoli, è il modo migliore per scoprirlo. Si inizia da Piazza del Gesù Nuovo, con al centro la monumentale guglia candida dell’Immacolata e la caratteristica facciata della chiesa del Gesù Nuovo. Di fronte ecco l’austera chiesa di Santa Chiara: d’obbligo entrare e lasciarsi stupire dal silenzio dei chiostri e soprattutto dai colori e disegni di quello maiolicato. A due passi, Piazza San Domenico è un mix di stili architettonici che coesistono in armonia, dalla duecentesca chiesa dedicata al Santo a Palazzo Sansevero.
Dopo piazzetta Nilo con la statua ellenistica del Nilo in via San Biagio dei Librai, la parte centrale di Spaccanapoli, si curiosa tra i negozi di antiquariato e gioiellerie. L’ingresso da non perdere è però in una viuzza laterale di vico San Domenico: la piccola ma incredibile Cappella Sansevero, con la statua del Cristo velato. Nei mesi che precedono il Natale, la vicina Via San Gregorio Armeno diventa la più vivace, con le infinite bancarelle di statuine per il presepe. Poco più in là, si entra nella città greco-romana, in quella che fu agorà e foro: oggi è piazza San Gaetano, con la chiesa di San Paolo Maggiore e di San Lorenzo Maggiore. Da qui si può iniziare un percorso attraverso i cunicoli e le cisterne della Napoli sotterranea.
In superficie, si segue via dei Tribunali per incontrare via Duomo, con il Duomo e la Cappella del Tesoro di San Gennaro dove viene esposto il reliquiario del sangue, e il Pio Monte della Misericordia, dove Caravaggio ha lasciato uno dei suoi capolavori, Le Sette opere di Misericordia di San Gennaro. Non lontano, Palazzo Donnaregina è da qualche anno sede di un grande museo: il MADRE, firmato dal celebre architetto portoghese Alvaro Siza, con mostre temporanee sempre interessanti.

Il centro classico

Piazza del Plebiscito monument to Charles III. Napoli, Campania, Italy, South Europe.

Set di concerti e di spettacoli spesso ripresi in TV, Piazza Plebiscito è uno dei grandi simboli di Napoli. A delinearne il profilo è la chiesa di San Francesco di Paola, con il colonnato neoclassico, a cui si uniscono il Palazzo Reale, il Palazzo della Prefettura e il Palazzo Salerno. Alle spalle si entra volentieri nel famoso Caffè Gambrinus, in piazza Trieste e Trento, tempio Liberty che fu frequentato da personaggi come Oscar Wilde e Gabriele D’Annunzio. Non lontano, a stupire sono il Teatro San Carlo, lo splendore della Galleria Umberto I con la copertura in vetro e ferro e il Castel Nuovo o Maschio Angioino, iniziato da Carlo I d’Angiò e riedificato dagli Aragonesi nel 1443. Da piazza Trieste e Trento sale un altro famoso elemento urbano: Via Toledo, su cui si affacciano le vetrine dello shopping tra chiese e palazzi antichi, come il Carafa di Maddaloni e il Doria D’Angri. Tra la via e la collina di San Martino si sviluppa la fitta rete dei Quartieri Spagnoli. Nati nel ‘500 per acquartierare le truppe spagnole, a lungo zona di criminalità e spaccio, oggi sono stati recuperati. Raccontano tutta la vera napoletanità, con i palazzi decaduti, i vicoli attraversati dai fili per appendere i panni, le immagini di santi e Maradona, ma anche le nuove botteghe artigianali e le trattorie genuine.

Il mare e la collina

L’immagine più famosa di Napoli? Il lungomare fra Castel dell’Ovo e Posillipo, che si apre sul Golfo, il Vesuvio e le isole. A caratterizzare il profilo della costa sono le mura tufacee di Castel dell’Ovo, circondato da Borgo Marinari, dove è un piacere cenare alla sera. Via Caracciolo, trasformata da anni in pedonale, corre di fianco alla Villa Comunale, il parco cittadino realizzato da Carlo Vanvitelli alla fine del ’700, e al lungomare, la Riviera di Chiaia.
Da Mergellina si snoda invece la panoramicissima via Posillipo: sul mare si stagliano Palazzo Donn’Anna e le tante ville immerse nel verde. Vale la pena salire fino al Parco Virgiliano, sulla sommità della collina: di lì lo sguardo vola su tutto il golfo di Napoli, sui Campi Flegrei e sul mare con l’isola di Nisida.
Altrettanto panoramica è la cima della collina di Castel Sant’Elmo, a cui si accede facilmente (anche con scale mobili) da piazza Vanvitelli, il cuore del Vomero. Costruito nel ‘300 da Roberto D’Angiò e completamente rifatto nel ‘500, il castello offre una spettacolare vista a 360 gradi su Napoli. Mentre la collina di Capodimonte, nel punto più alto della città storica, vanta il Palazzo Reale dei Borboni, oggi sede del Museo Nazionale di Capodimonte.

Napoli nel sottosuolo

La Napoli più sorprendente? Quella di sotto. C’è un’intera città sotto le suole che la calpestano, un misterioso labirinto di oltre 600mila metri quadrati, con centinaia di enormi cavità e chilometri di cunicoli. Un dedalo di sentieri che narra una storia di 2.000 anni, scoperto e curato da decine di organizzazioni. Tra queste, Napoli sotterranea. Si scende con 130 gradini da Piazza San Gaetano, nel centro storico. E si scoprono cisterne, cloache, condutture, laghi suggestivi, cavità trasformate in rifugi durante la Seconda Guerra Mondiale. Pure quello che resta dell’antico Teatro greco Romano in cui si dice si esibì Nerone.

Ma l’underground più spettacolare della città è alla Sanità: il Cimitero delle Fontanelle. Sotto le scenografiche pareti color ocra del Vallone dei Vergini, migliaia di crani sono allineati su interminabili file d’ossa. Sono le capuzzelle, le testoline, protagoniste di un culto quasi pagano durato secoli: in cambio delle cure al teschio, che identificava l’anima sofferente in Purgatorio, i devoti chiedevano grazie e favori per sé e i familiari, dal ritorno dalla guerra ai numeri del lotto. Un luogo indimenticabile.

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