Beijing Bicycles

“There are nine-million bicycles in Beijing.
That’s a fact,
It’s a thing we can’t deny,
Like the fact that I will love you ‘til I die.”

Katie Melua

Pechino per me è un accostamento cromatico.

È il rosso delle tegole dei tetti a vela della Città Proibita, il grigio dei muri degli hutong e l’azzurro del suo cielo. Uno non ci pensa che questi tre colori stiano così bene insieme fino a che non ha inforcato la bicicletta e ha attraversato la città da nord a sud, lungo quello spettacolare asse che la divide, simmetrica, precisa, magistrale. La pedali con un altro milione di biciclette che si muovono con te, il vento sembra non esserti mai contrario, i semafori non sono mai rossi, i motorini sfrecciano sulla ciclabile ma non ti fanno paura, l’omino con la cucina attaccata alla bici ti sorride quando gli passi di fianco e tu ti chiedi: ma davvero ci vivono 25 milioni di persone qui?

Scoprire Beijing (Pechino) tra bici e luoghi segreti

Mecca dei sinologi, mi fa sempre battere il cuore. Me lo straccia proprio, perché è carica di significati, di densa narrazione, di vite vissute, di umanità varia e variegata. Pochi luoghi al mondo traspirano storia come questa capitale, trasudano eventi come questa città.
E’ vecchia, e ancora non è stanca di essere comunista.
Ha lasciato che a fare i soldi fossero Shanghai e Shenzhen, e che a suonare la musica elettronica ci pensasse Hong Kong, tanto, capitale della Cina dal 13imo secolo, Pechino ha un pedigree indiscutibile. Annientata da Gengis khan, stimata da Marco Polo, rimodellata dai Ming, corteggiata dall’Occidente e precipitata nel caos da Mao Zedong per essere incoronata capitale del mondo durante le sue Olimpiadi nel 2008 , Pechino ha avuto un passato ricco, drammatico e turbolento, ma raramente la sua autorità è stata messa in discussione.

Secoli fa i geomanti maestri di Feng Shui dell’Imperatore scelsero questo arido bacino per la sua energia spirituale e progettarono una capitale che sarebbe sopravvissuta alle tempeste di sabbia, alle dinastie, al presidente Mao e, forse, al capitalismo.
I monumenti della città vecchia spuntano tra le strade in modi sorprendenti:  una cultura urbana in cui i santuari imperiali si attardano nei club di musica rock indie.
C’è un ordine antico in questo luogo, una cosmologia che puoi seguire; i palazzi e i templi si allineano come stelle sull’asse della città.

Al tempo stesso autoritaria e ottimista, Pechino è destinata a impressionare. Ma purtroppo non è facile scoprire le sue ricchezze più segrete, gli angoli dove si cela il Dio delle piccole cose. Per farlo si deve guardare nei vicoli più tranquilli: l’anziano arrotino che pedala lentamente; il carro del venditore di riso stipato di sacchi ; pensionati in pigiama che appendono gabbiette di uccelli canori sugli alberi; un monaco buddista che si agita nel suo Bluetooth.

La bellezza in Cina non si declina come siamo abituati a farlo nel nostro paese. In Italia è dappertutto, quasi scontata. In Cina è un lavoro certosino a volte tirarla fuori, minuzioso e coraggioso al tempo stesso.
Ma quando la trovi, quando la matassa si dipana, è commovente.

Dei suoi tanti segreti vi voglio svelare alcuni di quelli che nel tempo ho fatto miei.

The Bookworm

The Bookworm non è solo una libreria, ma uno dei principali centri culturali della città. Gli amanti della cultura, autoctona e non, che desiderano essere circondati da pile di libri mentre si gustano una tazza di caffè non hanno bisogno di cercare oltre. The Bookworm comprende un bar-ristorante con una rara selezione di whisky e ospita una serie di eventi come proiezioni di film, serate di lettura, conferenze, festival letterari e laboratori di poesia e scrittura. È stata nominata una delle “migliori librerie del mondo” dalla Lonely Planet. Io la adoro!

* Bonus: potete acquistare una copia di “Beijing Bicycle” film del 2001 diretto da Wang Xiaoshuai, erede ideale di “Ladri di biciclette” di De Sica.

Parco Jinshang

Questo piccolo e affascinante parco si trova proprio accanto alla Città Proibita, di fronte all’uscita del Museo. La sua storia risale al 1276, quando la dinastia Yuan governava il paese e Pechino fu nominata capitale del regno. Il passato si respira in ogni angolo del parco: dall’albero a cui l’ultimo imperatore della dinastia Ming, Ming Si Zong (1611-1644), si impiccò per aver perso il suo paese ai Manciù, alla memoria delle truppe straniere che invasero Pechino durante la dinastia Qing (1644-1912).
Potete trascorrere del tempo con i tanti anziani che qui ballano, fanno esercizi e giocano a pallone ad ogni ora del giorno.

La parte più interessante del parco è la spettacolare vista a 360 gradi che offre di Pechino. Non importa la stagione: è sempre mozzafiato. Il punto centrale di Pechino si trova proprio in questo parco, sotto il tempio in cima alla collina.

* Bonus: il biglietto d’ingresso del parco costa solo 2 RMB.

Hutong

In passato ho sentito dei funzionari del Partito chiamare gli hutong “baraccopoli”. Ne fui scandalizzata. Per me questa è la vera Pechino. Le case degli hutong si chiamano Si He Yuan 四合院 (letteralmente composti da quattro pareti), dove ogni Si He Yuan era occupato da una sola famiglia.  Potrete sperimentare la tranquillità della vita tradizionale pechinese entrando negli Hutong. Parte della vita di tutti i giorni si è persa, lasciando il posto a molti caffè, bar e ristoranti, ma basta girare l’angolo per incrociare anziani e bambini che giocano per strada.
Wudaoying Hutong è uno dei miei preferiti. È a pochi passi dal Tempio dei Lama: dai negozietti di artigianato ai piccoli antiquari e alle caffetterie e bar caratteristici, questo hutong ha davvero molto da offrire!

* Bonus: potete noleggiare una bicicletta per esplorare i piccoli vicoli senza preoccuparvi del traffico

Cucine provinciali cinesi

Potrebbe sembrare una strana idea, se qualcuno è a Pechino, quella di  cercare cibo di altre province. Invece, proprio qui, si trovano alcuni tra i migliori ristoranti dove provare la cucina di ogni angolo del paese. Affidatevi ai più famosi chef del paese e saltate da un momo tibetano ad una pentolaccia mongola, senza indugio e senza paura.

* Bonus: ci sono 23 province in Cina!

Caochangdi

Pochi hanno sentito parlare del distretto artistico di Caochangdi. Vi si trovano molte gallerie d’arte moderna cinese, ma mantiene un’aria familiare e non borghese. Entrate nel quartiere e vi troverete immersi da architetture contemporanee che cattureranno il vostro cuore artistico. La zona è tranquilla e silenziosa, bevetevi un caffè e chiudete gli occhi. Oltre alle gallerie, il quartiere è brulicante di negozi, ristoranti e appartamenti residenziali da cui sbirciare attimi di vita vera.

* Bonus: la maggior parte delle gallerie è a ingresso gratuito.

Non so se per tutti Pechino rappresenti una meta romantica. Forse sono io a trasformare ogni luogo in un posto del cuore.
Ma lasciatevi andare, lasciatevi trascinare da tanta storia e da tanta umanità allo stesso tempo fragile e portentosa, e la poesia vi raggiungerà in modi inaspettati.

“There are nine-million bicycles in Beijing. That’s a fact, it’s a thing we can’t deny…”

 

 

 

 

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